Microsoft Smart App Control: cos'è e come funziona?

Mercoledì scorso

Con l’aggiornamento Windows 11 22H2, Microsoft ha introdotto una nuova funzionalità dedicata alla sicurezza: si chiama Smart App Control (SAC) e nasce per affiancare Microsoft Defender, rafforzando ulteriormente la protezione del sistema contro le applicazioni potenzialmente dannose.

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Diversamente dai classici antivirus, questa soluzione adotta un approccio preventivo e agisce prima ancora che il codice venga eseguito, bloccando qualsiasi elemento non ritenuto affidabile. Per attivarla, però, è necessario reinstallare Windows da zero, come indicato nella documentazione ufficiale.

Rispetto alle soluzioni antivirus tradizionali – incluso lo stesso Defender – che si basano su un principio di fiducia iniziale (“innocente fino a prova contraria”), SAC ribalta completamente la logica: ogni applicazione viene trattata come sospetta finché non viene verificata.

Il sistema controlla innanzitutto la reputazione dell’app attraverso il Microsoft Intelligence Security Graph, una rete cloud che raccoglie informazioni globali sulla sicurezza.

Se il riscontro non è sufficiente, entra in gioco la verifica della firma digitale, per confermare l’identità del software e della sua fonte. Qualora uno dei due controlli fallisca, l’app viene bloccata senza possibilità di esecuzione.

Crediti: Tom's Hardware

SAC vs Microsoft Defender: cosa cambia? #

Microsoft Defender adotta invece un approccio più reattivo. Il suo compito è identificare i comportamenti anomali di un’applicazione attraverso firme note, euristiche e il supporto della protezione cloud. In caso di malware sconosciuti o di minacce zero-day, entra in azione dopo che l’applicazione ha mostrato segni di attività sospette.

SAC, al contrario, agisce prima: non lascia che l’app si avvii se non ha superato i controlli iniziali, risultando in questo modo più immediato nel prevenire l’esecuzione di codice potenzialmente dannoso.

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Questa impostazione, secondo Microsoft, non solo migliora la sicurezza, ma riduce anche l’impatto sulle prestazioni del sistema. Va però sottolineato che SAC non sostituisce Defender: i due strumenti lavorano insieme, ma ciascuno secondo criteri e modalità differenti.

Uno degli aspetti più discussi di Smart App Control riguarda la gestione dei falsi positivi. Quando un’app viene bloccata, non è possibile forzarne l’esecuzione o inserirla manualmente in una whitelist. Questo può diventare un problema per chi sviluppa software o utilizza strumenti non firmati, magari ancora in fase di test.

In contesti aziendali o per chi cerca un’esperienza senza troppe complicazioni, però, questa rigidità può diventare un vantaggio, offrendo un livello di protezione più solido e privo di interferenze da parte dell’utente.

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Il sistema operativo, al primo avvio dopo l’installazione, valuta in automatico se abilitare Smart App Control in maniera definitiva. Questo giudizio iniziale non può essere modificato: se Windows ritiene che SAC potrebbe compromettere l’usabilità del computer, la funzione viene disabilitata per sempre, a meno di non reinstallare nuovamente l’intero sistema.

Lo stesso vale se decidiamo di disattivarla manualmente: non esiste un’opzione per riattivarla senza una reinstallazione pulita.

Smart App Control segna un’evoluzione importante nel campo della sicurezza su Windows 11, soprattutto per chi desidera un sistema più protetto da software sconosciuti o potenzialmente dannosi.

Tuttavia, la sua natura poco flessibile – specialmente per quanto riguarda l’impossibilità di aggiungere eccezioni – lo rende meno adatto a chi ha esigenze particolari o lavora con applicazioni non firmate.

In compenso, per un utilizzo quotidiano o in ambito aziendale, SAC può rappresentare un valido alleato nella gestione proattiva della sicurezza informatica.

Fonte: Tom’s Hardware, Microsoft


Crediti immagine di copertina: Future