Microfoni: cosa cambia tra i modelli e quali scegliere?

2 giugno 2022

Esistono diversi tipi di microfono sul mercato e non sempre è facile decidere. Vediamo insieme quali sono per scegliere quello che più si addice alle nostre esigenze e al nostro budget.

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Il mondo dei microfoni, che sia di nostro interesse per gaming, streaming o lavori di registrazione più complessi, si articola in tantissime diverse tipologie. Ognuna di essa permette di adattarsi meglio a situazioni particolari, come per esempio un soggetto in costante movimento (Lavalier), un parlato a zona (shotgun) o una bella stream su Twitch, dove i microfoni a condensatore eccellono.

Altri tipi di microfono sono quelli a carbone (utilizzati fino agli anni ‘80 nei telefoni fissi) e piezoelettrici, ma sono stati sostituiti da altre tecnologie e sono quindi da considerare obsoleti.

È possibile suddividere i microfoni anche per figura polare, come vedremo più avanti nell’articolo.

Microfoni dinamici #

Fonte: Soundguys

I microfoni dinamici sono generalmente i più economici, i più semplici e i più robusti microfoni sul mercato. Si prestano bene un po’ a tutti gli utilizzi, soprattutto alla registrazione di suoni con pressioni acustiche particolarmente elevate o in diretta (e più in generale in ambienti non particolarmente silenziosi).

Un altro vantaggio, poi, è quello di non necessitare alimentazione, in quanto basta semplicemente un cavo XLR - jack per utilizzarli.

Microfoni dinamici

La tecnologia su cui si basano è abbastanza simile a quella che anima i driver dinamici presenti nella maggior parte delle cuffie sul mercato. Essi, infatti, sono composti da un diaframma (2.) che viene mosso dalle onde sonore di ciò che si sta registrando. Il diaframma, a sua volta, è collegato ad una bobina mobile (3.) immersa in un campo magnetico generato da un magnete (4.) .

Quando il diaframma si muove, fa muovere anche la bobina, ai cui capi si genera una tensione elettrica che segue l’andamento dell’onda sonora. Questi microfoni vanno incontro ad una limitazione riguardante i suoni con frequenza particolarmente alta, o molto silenziosi, in quanto la bobina non riesce a vibrare abbastanza da rappresentare in modo fedele il suono.

Ma non solo: soffrono anche dell’effetto di prossimità, che modifica la risposta in frequenza del microfono man mano che ci si allontana da esso durante la registrazione.

Microfoni a condensatore #

Microfoni a condensatore

I microfoni a condensatore, invece, si basano sullo stesso principio di funzionamento dei condensatori. In essi vi sono due piastre di materiale conduttore, separate da uno strato isolante detto dielettrico.

Nei microfoni a condensatore, una delle piastre è il diaframma metallico messo in movimento dalle onde sonore, mentre l’altra è fissa ed è chiamata backplate. A queste due piastre conduttive è applicata la corrente elettrica (ovvero il phantom power con tensione di +48V oppure 9V con batterie), che crea una carica statica tra di loro.

Quando il diaframma viene mosso dall’onda sonora, si genera una piccola tensione elettrica.

musicianshq.com

Il vantaggio di questi microfoni è, in generale, la migliore accuratezza e qualità del suono (che, però, varia da microfono a microfono: un microfono a condensatore non è sempre migliore a prescindere di un dinamico qualsiasi) rispetto ai dinamici. Ciò a discapito però di una minore resistenza e una minore tolleranza verso pressioni sonore elevate. Ciò li rende particolarmente indicati in studi di registrazione o, più in generale, ambienti dove il rumore esterno non è un problema.

Microfoni a elettrete #

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Una variante dei microfoni a condensatore sono i microfoni a elettrete, che si servono in linea generale dello stesso principio di funzionamento dei loro fratelli a condensatore, ma con diaframma e backplate già caricati elettricamente al momento della produzione (da qui il nome “elettrete”, un materiale dielettrico con carica elettrostatica permanente).Grazie a questo, non necessitano di alimentazione esterna.

Un esempio di microfono a elettrete sono i microfoni lavalier, come questo Rode, spesso consigliati in abbinamento ad un paio di cuffie senza microfono nei più comuni headset .

Microfoni a nastro #

Microfoni a nastro. Fonte: www.gearslutz.com

Infine ci sono gli ultimi tra i più comuni tipi di microfono, i microfoni a nastro

Essi sono del tutto simili ai microfoni dinamici, ma con un sottile nastro di alluminio in luogo del diaframma in plastica dei loro fratelli. Inoltre, a differenza loro, richiedono il phantom power (eccetto pochissimi modelli). Il vantaggio di questi microfoni è la buona qualità del suono, caratterizzata da una tonalità tendente al caldo e che ricorda molto le registrazioni del passato.

Si prestano bene sia a registrare strumenti musicali acustici, sia per podcast o per registrare la voce, soprattutto se si cerca sonorità vintage o si vuole aggiungere un po’ di colore alla registrazione. A differenza dei microfoni dinamici o a condensatore, però, sono fragilissimi. Spesso basta pochissimo per danneggiarne uno.

Un altro contro è il costo, i più economici partono da 100 euro, come gli MXL R144, relativamente economici ma qualitativamente validi per il prezzo

Figura polare #

Come detto prima, i microfoni si suddividono anche per figura polare, ovvero un diagramma che rappresenta quanto forte o quanto attenuato un microfono capta il suono da registrare.

Le figure polari più comuni sono le seguenti:

  • Omnidirezionale, in cui il microfono capta i suoni in tutte le direzioni

Fonte: Sisme.com

  • Cardioide, a causa della forma caratteristica della figura polare

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  • Supercardioide, simile al cardioide ma maggiormente direzionale

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  • Ipercardioide, simile al supercardioide ma con direzionalità più accentuata.

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  • Direzionale, usato nei microfoni shotgun per registrare video con videocamere DSLR

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Ecco un esempio di microfono shotgun, il Sennheiser MK560

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