Led ARGB vs RGB: che differenze hanno?

4 ottobre 2021

In commercio sono presenti due tipi di led, quelli RGB e quelli ARGB. In questo articolo verranno indicate le principali differenze tra questi due tipi di led che possiamo trovare sul mercato, così da evitare di fare danni e poter scegliere il più oculatamente possibile in base alle nostre esigenze!

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# ARGB e RGB: i gradi di personalizzazione

RGB (Red Green Blue) sono dei led che si illuminano mescolando in intensità diverse i colori rosso, verde e blu. Tutti i led presenti in una ventola o una striscia a led che utilizzino questa tecnologia si illumineranno di un solo colore alla volta, senza possibilità di mischiarli se non in caso di più strisce o linee di led all’interno del prodotto. Solitamente operano ad una tensione di 12V e possono essere controllabili tramite scheda madre, hub o telecomando, se supportati.

Questo case sfrutta un'illuminazione RGB, in tinta rossa. Fonte: Rosewill

ARGB (Addressable RGB) sono una tecnologia di led più recente rispetto agli RGB. Il loro obiettivo è sopperire alla necessità di maggiore personalizzazione richiesta dal mercato hardware. Avere una tinta unita poteva andare bene per i primi anni dell’estetica lucente, ma pian piano i gamer hanno capito di voler di più.

Infatti i led ARGB possono assumere un colore separato singolarmente. Quindi il led 1 potrà essere blu, il 2 rosso, il 3 verde, il 4 viola e così via in un’infinita spirale di lucette. Questa nuova frontiera della personalizzazione permette nuove combinazioni e migliore controllo sull’estetica della propria postazione e ubild. Solitamente operano ad una tensione di 5V e possono essere controllati tramite scheda madre e hub, se compatibili.

Come si può ben notare, la ventola e le ram in foto sono ARGB. Fonte: Razer

# Differenze tra RGB e ARGB sulle schede madri

Le differenze tra i due tipi di led sono presenti anche nei collegamenti che vengono effettuati alla scheda madre. Sulla scheda madre troveremo l’attacco maschio, con 3 o 4 pin sporgenti in base alla tipologia, mentre sul prodotto solitamente avremo l’attacco femmina.

In caso di prodotti con attacchi proprietari, è bene riferirsi al manuale del produttore prima di tentare qualsiasi tipo di inserimento che potrebbe comportare danni a cose e persone.

I led RGB vengono collegati utilizzando un connettore a 4pin, composto rispettivamente da: 12V-G-R-B.

I led ARGB invece utilizzano 3pin, composto rispettivamente da: +5V-D-Ground.

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Dal punto di vista estetico questi connettori si differenziano solo per il pin extra della versione RGB, ma non sono uguali dal punto di vista elettronico. Per questo motivo non sono intercambiabili o complementari.

# Importante: come connettere i led RGB e ARGB

Per far funzionare correttamente questi due tipi di led dovremo collegarli nell’attacco corretto sulla scheda madre o nell’hub in dotazione. Gli attacchi per led ARGB, essendo una tecnologia più recente, non sono disponibili su tutte le schede madri. Pertanto è importante informarsi prima di perfezionare l’acquisto della scheda madre se questa li supporti nativamente.

Possiamo verificarne la presenza basandoci sui connettori presenti sulla scheda madre.

Per connettere dei led ARGB, dovremo infilare il connettore nei 3 pin. Fonte: Reddit

Attenzione: è vitale non fare confusione tra i due tipi di connettori o rischiamo di danneggiare i led ed eventualmente la scheda madre. La diversa tensione tra i due connettori può causare gravi danni.

Anche il verso di inserimento della periferica RGB/ARGB è importante: alcuni connettori hanno una piccola freccia per aiutarci, ma non dovrebbe essere particolarmente difficile. In caso non lo si connetta bene, la periferica non funzionerà.

# Attacchi proprietari

Negli ultimi anni la quantità di produttori che hanno approcciato il mondo delle luci colorate è aumentato esponenzialmente. Per questo si sono scelte più strade: chi sfrutta le porte sulla scheda madre per lasciare che sia il software di quest’ultima a controllare tutto con sincronizzazione, chi si rifiuta di sincronizzarsi e utilizza ancora i controlli da telecomando o pulsanti analogici e chi invece ha creato un proprio software e sistema di controllo proprietario, come Corsair con iCue, Razer con Chroma e via discorrendo.

Ecosistema iCue ed Elgato di Corsair. Fonte: Corsair

Purtroppo questi sistemi difficilmente sfrutteranno gli attacchi sulla scheda madre e avranno bisogno di hub, cavi e connettori extra (inclusi nei prodotti) per la sincronizzazione, prediligendo i partner del brand e limitando le possibilità di espansione dell’utente in favore di un’esperienza “controllata” e più user-friendly (almeno sulla carta).

Questi software solitamente controllano anche altre caratteristiche come le impostazioni delle periferiche di input (mouse, tastiera, cuffie) o addirittura - nel caso di iCue - il rapporto con la scheda madre, le temperature e altri valori di monitoraggio.

La scelta finale qui è tutta sull’utente, il suo ecosistema e le sue necessità!