NVIDIA e MediaTek: in arrivo un nuovo SoC Arm per il gaming?
Martedì scorso
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Una nuova piattaforma tra CPU Arm e GPU Blackwell potrebbe segnare l’inizio di una svolta per il gaming portatile.
NVIDIA si prepara a compiere un passo decisivo nel mondo del gaming portatile, con l’introduzione di un nuovo System-on-Chip chiamato N1/N1x, atteso tra la fine del 2025 e l’inizio del 2026. Frutto di una collaborazione con MediaTek, questo progetto punta a rivoluzionare l’approccio tradizionale ai notebook da gioco, abbandonando l’architettura x86 per abbracciare una soluzione basata su core Arm e GPU Blackwell.
A dare il primo assaggio di questa novità sarà Alienware, con una serie di portatili che dovrebbero integrare il nuovo chip, segnando l’esordio di NVIDIA in un segmento dove Arm ha finora avuto un impatto marginale. Ma qui le premesse sono diverse: si parla di un consumo compreso tra 80 e 120 watt, valori che rientrano a pieno titolo nella fascia alta del gaming mobile, ma con una progettazione radicalmente nuova, più orientata all’efficienza e all’integrazione.
In realtà, il progetto N1/N1x non nasce dal nulla. Già nel 2023 erano emersi i primi segnali e oggi circolano voci su prototipi già operativi. In una recente presentazione finanziaria, Jensen Huang aveva accennato all’integrazione di CPU Arm nei sistemi AI, citando la piattaforma Digits. Parallelamente, anche Michael Dell ha lasciato intendere che la collaborazione con NVIDIA potrebbe portare a una nuova generazione di dispositivi altamente ottimizzati per questo tipo di architettura.
Uno degli aspetti centrali di questa iniziativa è la volontà di offrire un’esperienza nativa su Windows, evitando le difficoltà emerse con i chip Snapdragon X, spesso penalizzati da sistemi di emulazione come Prism e da performance instabili nei giochi. Per riuscirci, NVIDIA sta lavorando fianco a fianco con Microsoft e con gli sviluppatori per garantire compatibilità e fluidità fin dal primo giorno, cercando di costruire una base solida per un nuovo ecosistema di gioco su Arm.
Fonte: TechPowerUp, The Verge