Windows 10 nel 2025: fine del supporto, rischi e come continuare a usarlo in sicurezza
Ieri alle 18:34
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Microsoft ha terminato ufficialmente il supporto a Windows 10, ma esistono ancora soluzioni per continuare a usarlo in sicurezza o passare a nuovi sistemi operativi
Windows 10 è stato per anni uno dei sistemi operativi più popolari e stabili del mondo. Dalla sua uscita nel 2015, ha accompagnato miliardi di dispositivi in ambiti professionali, scolastici e domestici. Tuttavia, come ogni software, anche Windows 10 ha un ciclo vitale che prima o poi arriva alla fine, e questa scadenza si avvicina rapidamente.
Il supporto ufficiale è terminato il 14 ottobre 2025, segnando la fine degli aggiornamenti di sicurezza e delle patch correttive. È un passaggio importante, perché avere un sistema operativo non aggiornato significa esporsi a rischi concreti, anche senza accorgersene.
Molti utenti si chiedono quindi cosa accadrà dopo quella data, se sia necessario cambiare computer o se esistano alternative per continuare a utilizzare Windows 10 in modo sicuro. In questo articolo analizziamo nel dettaglio la situazione, le opzioni offerte da Microsoft e le possibili strade da percorrere per non rimanere scoperti.
Cosa significa la fine del supporto di Windows 10 #
Ogni versione di Windows ha un ciclo di vita definito da Microsoft, che stabilisce fino a quando verranno rilasciati aggiornamenti di sicurezza, ottimizzazioni e nuove funzioni. Quando il supporto termina, il sistema operativo continua a funzionare, ma non riceve più aggiornamenti, lasciando il computer vulnerabile a falle di sicurezza.
In pratica, un sistema non aggiornato può diventare un bersaglio facile per malware, phishing o attacchi che sfruttano vulnerabilità note ma mai corrette. Non si tratta di un rischio immediato, ma di un’esposizione crescente nel tempo, perché le falle non vengono più chiuse.
La data ufficiale di fine supporto di Windows 10 è fissata al 14 ottobre 2025, e riguarda tutte le principali edizioni, comprese Home e Pro. Fanno eccezione solo alcune versioni aziendali specifiche, come Windows 10 LTSC, che godranno di un periodo più lungo di aggiornamenti.
Gli aggiornamenti estesi (ESU): un anno in più di sicurezza #
Per mitigare il problema, Microsoft ha introdotto un programma chiamato Extended Security Updates (ESU), ossia aggiornamenti estesi di sicurezza. È una forma di estensione del supporto che permette di ricevere patch critiche anche dopo la fine ufficiale del ciclo vitale del sistema operativo.
L’ESU sarà disponibile fino al 13 ottobre 2026, offrendo quindi un anno extra di protezione. La notizia più interessante riguarda l’Europa: gli utenti dell’Unione Europea e dello Spazio Economico Europeo (tra cui l’Italia) potranno accedere a questo programma gratuitamente.
Windows 10 ESU: link utili #
Per attivarlo, basta:
- installare tutti gli aggiornamenti disponibili di Windows 10;
- accedere al sistema con un account Microsoft;
- seguire la procedura ufficiale fornita sul sito di Microsoft per abilitare gli ESU.
Chi preferisce utilizzare un account locale dovrà invece acquistare la licenza ESU manualmente, al prezzo di circa 30 dollari più tasse locali.
Per le aziende, i costi sono più elevati: 60 dollari per dispositivo il primo anno, il doppio nel secondo e ancora di più nel terzo, per spingere le imprese verso la migrazione a Windows 11.
Il problema del TPM 2.0 e l’aggiornamento a Windows 11 #
Non tutti i PC potranno passare facilmente a Windows 11. Il nuovo sistema operativo di Microsoft richiede la presenza del TPM 2.0 (Trusted Platform Module), un chip fisico integrato nella scheda madre che gestisce la sicurezza a livello hardware, proteggendo credenziali e dati sensibili.
Questo componente è diventato standard solo a partire dalle schede madri Intel serie 100 e AMD serie 300, quindi con processori come gli Intel di sesta generazione e i primi Ryzen. Tutti i computer più vecchi ne sono generalmente sprovvisti.
Crediti: Acer
Senza TPM 2.0, Windows 11 non può essere installato in modo ufficiale. Tuttavia, esistono metodi per bypassare il controllo TPM durante l’installazione. Questi procedimenti, sebbene legali, comportano dei rischi. Su hardware molto vecchio potrebbero verificarsi incompatibilità o cali di prestazioni dovuti alla mancanza di funzioni di virtualizzazione richieste da Windows 11.
Come installare Windows 11 su dispositivi non supportati (No TPM o Secure Boot)
Come controllare se il PC ha il modulo TPM 2.0 per Windows 11
Il ruolo del TPM nel gaming #
Il TPM non serve solo a Microsoft, ma anche al mondo del gaming. Negli ultimi anni, infatti, alcuni titoli hanno iniziato a utilizzare il TPM 2.0 come requisito obbligatorio per i sistemi anti-cheat, che impediscono modifiche o hack durante le partite online.
Giochi come Battlefield 6, Call of Duty: Black Ops 7 e Valorant richiedono il TPM per avviarsi. Senza questo modulo attivo, il gioco si rifiuta di partire. È una scelta che ha sollevato polemiche, ma che segue la direzione di una maggiore integrazione tra sicurezza hardware e software.
Il problema è che il TPM è un componente fisico: non può essere scaricato o emulato. Se la scheda madre non lo prevede, non esiste un modo semplice per aggiungerlo, se non sostituendo parte del sistema. Alcune schede più vecchie dispongono di connettori dedicati per moduli esterni, ma non è una soluzione universale.
Le alternative reali #
La fine del supporto di Windows 10 non obbliga a cambiare computer immediatamente. Esistono diverse opzioni, a seconda delle proprie esigenze e del livello di competenza tecnica.
1. Aggiornare l’hardware #
La scelta più diretta è aggiornare le componenti principali del PC, sostituendo la scheda madre o il processore con modelli che includano il TPM 2.0. È un investimento, ma consente di passare ufficialmente a Windows 11 e garantire compatibilità e sicurezza a lungo termine.
2. Continuare con Windows 10 e attivare gli ESU #
Chi non vuole aggiornare subito può rimanere su Windows 10 e usufruire degli aggiornamenti estesi gratuiti fino al 2026. È una soluzione temporanea, ma utile per guadagnare tempo e pianificare con calma la transizione.
È comunque consigliabile mantenere attivo un buon antivirus e limitare l’uso del PC per operazioni sensibili, come transazioni bancarie o gestione di portafogli digitali.
3. Passare a Linux #
Un’alternativa interessante è installare Linux, che negli ultimi anni è diventato più accessibile anche per chi non ha esperienze tecniche. Le distribuzioni più adatte per chi arriva da Windows sono:
- Nobara, basata su Fedora e ottimizzata per il gaming;
- Pop!_OS, semplice da usare e curata graficamente;
- Linux Mint, leggera e stabile, ideale per chi vuole un sistema affidabile e facile da gestire.
Linux consente di prolungare la vita del PC senza preoccuparsi troppo dei requisiti hardware e con aggiornamenti costanti. Tuttavia, alcuni software professionali e videogiochi non sono ancora pienamente compatibili, quindi va valutato caso per caso.
Installare Windows 11 senza TPM: una via di mezzo #
Chi preferisce restare nell’ecosistema Microsoft ma ha un PC non compatibile può comunque installare Windows 11 senza TPM.
Questa soluzione funziona e permette di utilizzare il nuovo sistema anche su macchine più vecchie. Tuttavia, non è ufficialmente supportata: in futuro, alcuni aggiornamenti o patch potrebbero non essere installabili, e potrebbero comparire problemi di compatibilità. È una scelta di compromesso, utile per sperimentare ma non ideale per sistemi destinati al lavoro o alla produttività quotidiana.
L’impatto ambientale: il problema dei rifiuti elettronici #
Ogni volta che un sistema operativo termina il suo ciclo di vita, milioni di computer perfettamente funzionanti vengono sostituiti, generando enormi quantità di rifiuti elettronici. È una conseguenza spesso trascurata delle scadenze imposte dalle grandi aziende tecnologiche.
Continuare a utilizzare un PC con aggiornamenti estesi o passare a un sistema come Linux non è solo una scelta economica, ma anche ecologica. Prolungare la vita utile dei dispositivi riduce la produzione di scarti e l’impatto ambientale legato alla produzione di nuovi componenti.
Uno sguardo al futuro #
La fine del supporto di Windows 10 non significa la fine del sistema operativo, ma l’inizio di una fase di transizione. Microsoft chiuderà il ciclo di aggiornamenti nel 2025, ma grazie al programma ESU gratuito in Europa potremo continuare a usarlo in sicurezza fino al 2026.
Chi possiede hardware recente potrà passare a Windows 11 senza difficoltà, mentre chi ha un computer più datato potrà scegliere tra tre strade:
- Aggiornare solo le parti necessarie;
- Restare su Windows 10 con gli aggiornamenti estesi;
- Installare una distribuzione Linux e dare nuova vita al PC.
Il passaggio a Windows 11 segnerà una nuova era per la piattaforma Microsoft, ma Windows 10 resterà per molto tempo una base solida per milioni di dispositivi. La chiave è prendere decisioni consapevoli, bilanciando sicurezza, praticità e sostenibilità.
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