Play-To-Earn, cos'è e come funziona

La dinamica play-to-earn può suonare come una truffa per molti. Chi pagherebbe altri per giocare?
Ma in realtà è molto più semplice di quanto si pensi. Il Crypto Gaming si fonda sul concetto di digital scarcity, ovvero una naturale limitazione delle risorse in gioco per garantire un equilibrio e valore dei singoli elementi. Se a ciò aggiungiamo la possibilità di certificare il possesso di questi in-game item e di scambiarli anche al di fuori del titolo in cambio di cryptovalute con un valore concreto, allora il tutto prendere più senso.

Crypto Gaming: 4 giochi su blockchain da provare oggi

Cosa sono i Crypto Games e come funzionano?

Cos’è il play-to-earn? #

In antitesi al ben noto pay-to-win, il crypto gaming aggiunge il play-to-earn.
Nel sistema attuale del gioco, una software house crea un titolo e lo distribuisce ai giocatori gratuitamente o a pagamento. All’interno dello stesso saranno presenti degli elementi estetici o pratici che permetteranno di variare l’esperienza nel gioco. Tutto, dai personaggi agli oggetti però appartiene agli sviluppatori e anche se paghiamo per comprare una skin, quella rimarrà una licenza digitale e non potrà essere portata fuori dal titolo.

A ciò aggiungiamo anche il fatto che le skin, le novità e altro saranno illimitate, se non per motivi di stagionalità dell’evento. Infine consideriamo il fatto che gli sviluppatori potranno prendere e chiudere il gioco, non curandosi di quanto noi abbiamo speso sul titolo e facendoci perdere tutto. Oppure banalmente “distruggere” o rendere meno utili gli oggetti per la situazione di gioco attuale, come avviene con le espansioni di Hearthstone quando vengono spostate nella zona “wild” delle partite.

L’utente come centro dell’universo #

I giochi crypto spostano invece l’attenzione del mondo sull’utente, ristabilendo il suo ruolo come chiave e permettendo allo stesso di valorizzare i suoi sforzi nel gioco.
Questo tipo di dinamica richiamerà per molti l’universo di Ready Player One, libro e film che prende posto appunto in un metaverso videoludico in realtà virtuale e con presenti citazioni ai più grandi franchise della storia moderna e passata.

L’utente potrà collezionare, comprandoli dal marketplace o ottenendoli nel titolo, gli elementi in gioco e portarli con sé nel proprio wallet digitale (Es. Metamask). Questi non saranno più ancorati ai titoli e sopratutto non saranno più di proprietà degli sviluppatori.

Chiaramente ci sono delle regole!

Token, valute e digital scarcity #

In una sistema basato sulla valorizzazione dei singoli elementi, la parola chiave che emerge è digital scarcity, come detto prima una limitazione degli elementi disponibili al fine di creare una corretta distribuzione per domanda e offerta.
Per esempio nel noto gioco The Sandbox uno dei valori che si possono acquisire sono le LAND (terre). Queste hanno un numero definito e una volta distribuite tutte potranno essere solo acquistate dagli utenti che le possiedono.

Ogni LAND è un token ERC-721 unico e non fungibile sulla blockchain di Ethereum. In circolazione ci possono essere massimo 166’464 LAND. LAND possono essere scambiate sul marketplace ufficiale in cambio di SAND, il token di utilità di The Sandbox.

La limitazione nel numero di LAND rende ogni LAND valorizzata e unica. La LAND può essere anche personalizzata dall’utente che la possiede aggiungendo altri Token del gioco.

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