ASUS TUF Gaming M4 Air - Recensione
15 settembre 2022
ASUS aggredisce il mercato dei superleggeri puntando al rapporto qualità-prezzo, e lo fa con la linea TUF: l'M4 Air è pronto a dimostrare concretezza ai concorrenti.
In breve #
L’ASUS TUF Gaming M4 Air non ha bisogno di giri di parole: è un mouse concreto, senza fronzoli, che va dritto al punto e fa quello che promette (anche piuttosto bene).
ASUS non ha voluto spingere troppo sui compromessi, e al prezzo attuale, spesso sotto i €30, è piuttosto difficile consigliare altri cablati ultraleggeri.
Link per l’acquisto #
Introduzione e specifiche tecniche #
TUF è la divisione di ASUS che si contrappone in un certo senso a ROG, offrendo prodotti meno “premium” e concentrandosi maggiormente sul rapporto qualità/prezzo.
Il TUF Gaming M4 Air è il superleggero di casa TUF dal peso di soli 47 gr e segue un po’ il trend di questi ultimi anni, che ha visto come protagonista la forte riduzione di peso di questo tipo di periferiche da gioco.
Le caratteristiche tecniche del TUF Gaming M4 Wireless sono le seguenti:
- Sensore → Pixart PAW3335
- Dimensioni → 126 mm x 63.5 mm x 39.6 mm
- Peso → 47g (senza cavo)
- Connettività → cavo fisso
- Polling rate → 125, 250, 500, 1000 Hz
- CPI Massimi → 16.000 CPI
- Massima velocità e accelerazione: 400 IPS e 40 g
- Numero di pulsanti → 6
- Memoria integrata → Sì
Contenuto della confezione #
La confezione è proprio da “minimo essenziale” e consiste in una semplice scatolina in cartone che contiene:
- il TUF Gaming M4 Air
- Manuali utente
Onestamente un brand come ASUS avrebbe potuto includere almeno un set di mouseskates di ricambio.
Design e qualità costruttiva #
Il design non è particolarmente innovativo, anzi, ma nel complesso si tratta di un mouse esteticamente piacevole, dalle forme un po’ aggressive e un design minimale; l’assemblaggio è di buon livello ed anche il grip non è male considerata la texture “ruvida” dei materiali utilizzati. È bene segnalare, però, che è presente un leggero flex sui lati che fa “indietreggiare” leggermente i tasti laterali (pur senza darne attuazione a meno che la pressione non sia eccessiva, impossibile da raggiungere durante l’utilizzo). Scuotendolo non è possibile sentire alcun rumor, quindi da questo punto di vista non si può che essere soddisfatti.
I mouseskates sono in PTFE, scorrono relativamente bene e ,anche se il trend va sempre più verso l’aumento delle dimensioni dei mouseskates in modo da ridurne la quantità, quelli installati sull’M4 Air non presentano forme spigolose e hanno tutti angoli relativamente stondati, per evitare che gli spigoli aumentino l’attrito e graffino il tappetino. Come detto poco sopra, non è presente alcun set di mouseskates di ricambio, per cui qualora si volesse procedere alla loro sostituzione più avanti nel tempo, si dovrà per forza acquistarli separatamente online (e a quel punto, varrebbe forse la pena cercare un set di mouseskates di qualità superiore).
Concludendo la disamina sulla qualità costruttiva e facendo un particolare focus sul cavo, non si può che parlare bene della buona qualità di quest’ultimo, che risulta leggero e flessibile e che sicuramente tiene tranquillamente testa a concorrenti anche più costosi.
Pulsanti e rotellina #
I pulsanti principali sono basati su switch Kailh GM4.0, che seppur non siano all’ultimo grido risultano ancora una scelta più che affidabile sul lungo termine, specialmente considerando i 60 milioni di clicks garantiti. Non sono di certo tra gli switch più leggeri in circolazione, e neanche i più silenziosi, per cui chi è alla ricerca di pulsanti molto leggeri e silenziosi farebbe bene a guardare altrove; coloro che invece preferiscono uno switch leggermente più rigido, probabilmente, si troveranno a loro agio.
I pulsanti laterali sono molto validi, hanno una buona tensione e sono molto leggeri da premere. Se vengono premuti con molta forza tendono a rientrare leggermente ma mostrano una buona solidità, per cui promossi senza dubbio.
La rotellina ha una buona risposta, e ci ha sorpreso positivamente; certo, il tempo sarà l’unico in grado di poter dire qualcosa in più sulla longevità. Il click di quest’ultima, inoltre, è piuttosto silenzioso, ma il feedback tattile è buono per cui non c’è nulla da obiettare al riguardo. È bene ripetere, comunque, che le opinioni sulla longevità sono molto miste anche perché c’è una buona fetta di giocatori che fa un uso molto sporadico della rotellina, per cui si tratta di qualcosa di soggettivo
Il pulsante per la variazione dei CPI ha la giusta tensione, e dato che si trova nella parte alta del mouse, proprio sotto la rotellina, è facilmente raggiungibile e permette di cambiarli “al volo”.
Forma, dimensioni e peso #
Il mouse è simmetrico, ma a causa dei tasti laterali “fissi” a sinistra non è facilmente consigliabile ai mancini, che si troverebbero a dover utilizzare i tasti laterali con l’anulare o con il mignolo (il che è piuttosto innaturale).
I lati presentano un incavo per migliorare la presa anche lateralmente, mentre guardandolo posteriormente è possibile notare, nella parte alta, una curvatura verso il centro a partire dai lati.
Questo piccolo accorgimento, insieme all’altezza comunque non eccessiva, rende il mouse più semplice da impugnare a discapito di quanto si possa pensare guardando solo le misure.
Si rivolge principalmente a giocatori che preferiscono impugnature claw e fingertip e che hanno mani di dimensioni medio-grandi, mentre l’utilizzo palm risulta poco agevole (probabilmente le persone con mani più piccole riuscirebbero a palmarlo o ad adottare una presa ibrida claw-palm in qualche modo, ma sarebbero poi scomode nell’utilizzo in quanto si tratta pur sempre di un mouse relativamente lungo).
Il peso è piuttosto basso e risulta tra i più bassi registrati nel mercato mainstream. A questo riguardo riguardo è bene segnalare che, seppur nel complesso il mouse sia molto leggero, il peso è leggermente sbilanciato verso la parte frontale del mouse: come è facile intuire, c’era da aspettarselo, specialmente considerando che la parte posteriore del mouse risulta praticamente vuota, mentre sulla parte frontale incide la maggior parte del peso della board, gli switch e la rotellina.
Sensore e prestazioni #
Il sensore utilizzato è un Pixart PAW3335, soluzione adottata anche su mouse di altri brands (alcuni esempi sono il G-Wolves GM602WL, il Pulsefire Haste di casa HyperX, il Delux M800DB e via dicendo).
Si tratta di un sensore che, seppur non riesca a competere con i top, garantisce performance di tutto rispetto: può trackare fino a 400 IPS e può raggiungere i 16.000 CPI.
Abbiamo eseguito qualche test per verificare la bontà del sensore, e di seguito analizziamo alcuni punti in particolare.
Corrispondenza CPI #
I CPI deviano trascurabilmente rispetto ai valori settati su Armoury Crate, come confermano le seguenti misure.
Possiamo dire, in definitiva, che ASUS ha fatto un buon lavoro sotto questo aspetto.
Velocità di tracciamento #
Come si nota dal grafico, pur riuscendo ad arrivare a circa 5.5 m/s, il TUF M4 Air continua a tracciare e non mostra segni di malfunzionamento, come d’altronde ci aspettavamo considerando le specifiche tecniche.
SRAV (speed related accuracy variance, “accelerazione") #
Terra terra, la SRAV (Speed-Related Accuracy Variance) rappresenta quello che molti chiamano “accelerazione”, che come ben sappiamo non è ben vista nei mouse da gaming.
Dai plot è facile evincere l’assenza di accelerazione: al mouse, infatti, spostato molto velocemente in un primo momento, viene fatta ripercorrere la stessa traiettoria in modo più lento, e come si vede chiaramente la curva torna alla posizione di partenza. Nel caso in cui fosse presente accelerazione, il valore raggiunto sull’asse delle Y alla fine del test non corrisponderebbe a quello di partenza.
Angle snapping e jitter #
Non c’è alcun tipo di angle snapping visibile durante i test su paint.
Il jitter è generalmente assente, ma se si osserva il comportamento delle curve disegnate a 6000 CPI si nota una maggior morbidezza dei tratti disegnati sui lati, che rappresenta l’introduzione di un modesto quantitativo di smoothing. A 16.000 CPI, ovviamente il comportamento si ripresenta.
Si tratta di un comportamento piuttosto comune per questi sensori (3335, 3389…), che sono piuttosto sensibili all’implementazione e in gran parte dei casi presentano smoothing sopra i 5000 CPI.
Lens rattle #
I test relativi al lens rattle sono stati effettuati a 1.600 CPI e poi a 16.000 CPI. Ci saremmo potuti fermare già all’assenza di anomalie a 1.600 CPI, ed infatti il test a 16.000 CPI conferma l’assenza di lens rattle.
Consistenza del polling rate #
A parte alcuni outliers di scarsa rilevanza, il polling rate è stabile.
Smoothing #
Per avere conferma dell’assenza di smoothing dobbiamo osservare i grafici e assicurarci di non vedere “kinks” (parti spigolose) nella curva. Solitamente, quando questi sono presenti, si tratta di un comportamento (che idealmente non vogliamo) del sensore, il quale invia in ritardo l’input per effettuare delle correzioni sul jitter.
Nel caso dell’M4 Air non risultano tracce di smoothing a 800 CPI e 1600 CPI, mentre a 6000 CPI e 16.000 CPI sono chiaramente visibili i “kinks” tipici dell’introduzione dello smoothing.
Come detto poco sopra, si tratta di un comportamento piuttosto comune tra questi sensori una volta raggiunti i 5000 CPI circa, e per questo non si tratta di qualcosa per cui essere particolarmente sorpresi.
Lift off distance #
La lift-off distance (distanza di sollevamento) è regolabile all’interno di Armoury Crate, anche se sono disponibili solo le opzioni “alta” e “bassa”.
La differenza tra le due opzioni non è enorme ma è comunque presente, e la possibilità di poterla cambiare è sicuramente un plus per quanto a gran parte degli utilizzatori non sarà di alcuna utilità. C’è da dire, al riguardo, che i classici test con i DVD non riescono a cogliere le differenze tra l’opzione “bassa” e “alta”: in entrambe le modalità si riesce a tracciare sopra un DVD, e in entrambe le modalità il tracking è impossibile una volta raggiunti i 2 DVD.
Per trovare una via di mezzo abbiamo utilizzato un DVD e sopra quest’ultimo abbiamo appoggiato la schedina in plastica da cui si staccano le SIM card nuove per il primo utilizzo: in questo caso caso, la plastica risulta meno spesso del DVD, e fornisce un piccolo salto in altezza rispetto al singolo DVD, senza però raggiungere l’altezza di 2 DVD. In questo caso, l’opzione “bassa” non permette il tracking, mentre utilizzando il mouse con LOD impostata su “alta” si riesce ancora a trackare a questa altezza.
Più in generale, si può dire che le differenze non siano così evidenti, per cui il settaggio della LOD (per gran parte degli utenti e nella gran parte delle situazioni) non sembra avere effettiva utilità.
Software #
Il software è Armoury Crate, che in tutta sincerità non rappresenta proprio il meglio che si possa trovare nei software di personalizzazione dei mouse. A differenza del passato pare che alcune migliorie siano state apportate, ma rimane comunque un software con "manie di grandezza” senza averne una reale necessità: la maggior parte dei settaggi inclusi nella personalizzazione del mouse potrebbe essere tranquillamente racchiusa in una sola scheda, ed invece viene tutto diviso su più schede a contenuto ridotto, alcune addirittura con un singolo controllo e poi disegni randomici messi lì giusto per riempire la schermata (un esempio palese è la scheda relativa alla Lift-off distance).
Questo non solo rende il software più pesante, ma anche meno veloce da navigare, per quanto tutto sia indicato da opportune etichette.
All’interno non manca quindi alcuna opzione, dalla mappatura dei tasti alla selezione del polling rate, dal settaggio della lift-off distance alla creazione di macro, e si può dire non manchi quasi nulla.
Risulta ovvio che si tratti di un software pensato per essere un pannello di controllo in grado di integrare tutti i dispositivi ASUS e controllarli da un’unica applicazione, anche se questo ovviamente incide sull’esperienza utente del singolo che invece possiede solo il mouse: in questa condizione, ci si ritrova ad avere all’interno dell’app tantissime funzioni inutilizzabili o comunque poco utili (ma come si suol dire, “meglio abbondare che deficiere”).
Il mouse ha comunque una memoria integrata, per cui anche coloro che non apprezzano il software potranno farne tranquillamente a meno, una volta effettuata una prima creazione di preset CPI e regolati i settaggi più importanti.
Da segnalare inoltre due problemi principali del software in quanto tale:
- l’installazione è molto lunga, e non è strano che al primo avvio venga quasi da pensare che qualcosa non vada nell’installazione: bisogna avere un po’ di pazienza
- la disinstallazione del software lascia alcuni files che non vengono puliti se si disinstalla semplicemente l’app dalle impostazioni di windows, e per questo motivo ASUS ha creato una piccola guida per la disinstallazione, che prevede il download di un tool apposito per pulire al meglio le cartelle ed evitare di dimenticarsi sul disco files inutili (la guida si trova a questo link).
La soluzione proposta è a nostro avviso un po’ scomoda, ma almeno ASUS si è dimostrata efficace nel proporre qualcosa di concreto per risolvere i problemini legati alla disinstallazione di Armoury Crate.
ASUS Tuf Gaming M4 Air vs Cooler Master MM710 #
I due non sono simili, ma competono sul peso, sui materiali e nella stessa fascia di prezzo.
Il design è ovviamente differente, e lo si nota subito dalla forma dei due mouse, che porta l’MM710 ad essere più piccolo e rialzato nella parte posteriore, e l’M4 Air ad avere una forma più allungata e allo stesso tempo più bassa, con un bump meno marcato e posizionato nella parte centrale del mouse. Gli utilizzi sono quindi diversi, e se l’MM710 ha rappresentato una sorta di standard per i giocatori che prediligono una presa di tipo claw, l’M4 Air si orienta maggiormente verso una clientela fingertip.
La qualità costruttiva dell’M4 Air è migliore nel complesso: la scocca è più solida, presenta meno flex laterale ed i pulsanti principali molto più asciutti e reattivi rispetto a quelli utilizzati sull’MM710, che sono invece più leggeri da premere ma anche meno consistenti e precisi. Inoltre, anche in termini di pre e post-travel dei pulsanti (sia laterali che principali) l’M4 Air risulta molto più curato.
La rotellina è valida su entrambi, ma cambia leggermente il feeling: l’MM710 ha una rotellina che oppone un filo di resistenza in più durante l’utilizzo, ma ha steps intermedi molto più marcati, mentre l’M4 Air è dotato di una rotellina più scorrevole, pur marcando meno gli steps.
I mouseskates non sono su livelli molto diversi e volendo essere pignoli l’MM710 ha bisogno di qualche tempo in più per avere la stessa scorrevolezza dell’M4 Air, che invece sin da subito si dimostra piuttosto scorrevole.
Per quanto riguarda il cavo, i due mouse se la giocano tranquillamente, ed il peso non è molto diverso, anzi, su entrambi c’è un leggero sbilanciamento verso la parte frontale, che come detto più in alto è fisiologico data la struttura dei due mouse.
Sul software non c’è un vero vincitore, in quanto anche Cooler Master non brilla sotto questo aspetto.\ Oggettivo però è il fatto che Masterplus, una volta installato, risulta decisamente più intuitivo e meno dispersivo, per cui rispetto ad Armory Crate si mostra più pulito se si vuole una singola periferica del brand.
Naturalmente, qualora si acquistassero altre periferiche Cooler Master, anche Masterplus, come Armoury Crate, permette il controllo dall’app, ma il software di casa ASUS ha un focus particolare sull’integrazione che lo rende più attrattivo per chi vuole un setup mono-brand.
Link per l’acquisto #
Pro e contro #
PRO | CONTRO |
---|---|
Solido, concreto e leggero | Nessun set di mouseskates di ricambio |
Ottime performance del sensore | Armoury Crate è inutilmente dispersivo |
Buon cavo | Jitter e smoothing entrano in gioco sopra i 5000 CPI |
Mouseskates di serie scorrevoli | |
Pulsanti asciutti e privi di wobble, pre e post-travel | |
Software di personalizzazione completo | |
Prezzo allettante |