Microsoft non cambierà i requisiti minimi di Windows 11
Ieri alle 18:04
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Con il supporto per Windows 10 che terminerà tra meno di un anno, molti con processori precedenti all’ottava generazione Intel o alla serie Ryzen 2000 di AMD potrebbero essere costretti a considerare il programma ESU (Extended Security Upgrades), un servizio che, per $30 all’anno, continuerà a fornire aggiornamenti di sicurezza. Microsoft ha ribadito che non modificherà i requisiti minimi per Windows 11 e invita gli utenti ad aggiornare i propri dispositivi per garantire una transizione senza problemi.
Uno dei requisiti essenziali di Windows 11 è il supporto al TPM 2.0, un chip che assicura operazioni crittografiche e di sicurezza direttamente a livello hardware, isolando processi critici dalla CPU principale. Tuttavia, i dispositivi con TPM 1.2, leggermente più datati, potrebbero non essere compatibili, anche se interventi manuali sul Registro di sistema permettono di aggirare queste limitazioni, offrendo una soluzione temporanea.
Secondo i dati di StatCounter, il 61,82% degli utenti Windows desktop utilizza ancora Windows 10, ma Microsoft insiste sull’importanza del TPM 2.0 per funzionalità come BitLocker, Secure Boot e MFA, che garantiscono una maggiore sicurezza. I computer più vecchi, come quelli con processori Haswell del 2013, non solo non supportano il TPM 2.0, ma mancano di istruzioni moderne come AVX2, fondamentali per le prestazioni richieste da Windows 11.
Windows 10: gli aggiornamenti di sicurezza costeranno 30$ l’anno?
Fonte: Tom’s Hardware