PC Gaming: 4 errori da non fare

8 aprile 2025

Comprendere queste dinamiche è fondamentale per evitare sprechi di denaro e massimizzare le prestazioni in relazione al budget disponibile.

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Negli ultimi mesi, il mercato del PC gaming ha attraversato una fase di transizione complessa, caratterizzata da un’evoluzione tecnologica rapida e da una comunicazione non sempre chiara. Questo ha portato a una diffusione di errori ricorrenti nella scelta dei componenti, spesso legati a informazioni parziali o a interpretazioni fuorvianti delle specifiche tecniche.

Elementi come la gestione delle schede video, la corretta valutazione delle CPU in relazione agli upscaler, le tempistiche di acquisto e la scelta delle RAM sono diventati fattori determinanti per ottenere una build equilibrata.

Overclock e Undervolt GPU #

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Uno degli errori più comuni che abbiamo riscontrato riguarda la gestione delle schede video. In particolare, molte build includono modelli come le RTX 5080, 5070 Ti e 5070 che, se usate a impostazioni stock, non riescono a esprimere tutto il loro potenziale.

Si tende a pensare all’overclock come a un miglioramento opzionale, ma nel caso di queste GPU si tratta spesso di un recupero prestazionale necessario, soprattutto nei modelli venduti al prezzo raccomandato (MSRP).

Schede come le Asus Prime o le MSI Ventus, ad esempio, offrono margini di overclock interessanti che possono tradursi in un guadagno reale del 10% nelle prestazioni, a fronte di un incremento del consumo contenuto e senza compromessi rilevanti su temperature e rumorosità. In questo modo, possiamo raggiungere performance vicine a quelle di modelli custom più costosi, come le versioni TUF o ROG, senza spendere cifre esagerate.

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Discorso diverso per quanto riguarda le schede AMD. Secondo un’analisi pubblicata da Der8auer, su RX 9070 e 9070 XT la pratica consigliata è l’undervolt.

In questo caso, si riesce non solo a mantenere il livello prestazionale quasi al massimo anche a impostazioni stock, ma con un undervolt mirato possiamo ottenere una maggiore efficienza energetica, temperature più basse e, in molti casi, anche stabilità migliorata. Non è obbligatorio farlo, ma può fare la differenza se vogliamo spremere fino all’ultimo FPS disponibile.

Upscaler e bottleneck CPU #

Con l’introduzione degli upscaler di quarta generazione, come DLSS 4 e FSR 4, si è diffusa la tendenza a sfruttare modalità molto spinte, come “performance” o “ultra performance”, anche nei titoli AAA. Questo è possibile perché la qualità visiva offerta da questi preset, in particolare nel caso del DLSS 4, è ormai comparabile — se non superiore — al rendering nativo. Tuttavia, c’è un prezzo da pagare.

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Gli upscaler aumentano sensibilmente il carico sulla CPU, soprattutto a fronte dell’incremento degli FPS generati. Questo può creare situazioni di bottleneck inaspettate, con conseguenti problemi di stuttering, freeze o cali nei frame rate minimi, anche quando non si superano i 200 FPS. Il problema non si presenta invece con la frame generation, che viene gestita direttamente dalla GPU.

Molte build recenti con RX 9070 o 9070 XT montano CPU come i Ryzen 5 9600 o i Ryzen 7 9700 “lisci”, che vanno bene per un utilizzo standard o gaming a 60 FPS. Ma quando entriamo in scenari competitivi o puntiamo a sfruttare pienamente gli upscaler, questi processori rischiano di non essere all’altezza, soprattutto in titoli CPU-intensive come Cyberpunk 2077 o The Finals. Il divario tra i modelli base e le versioni X3D è diventato troppo marcato, e oggi manca una vera fascia intermedia.

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Se vogliamo evitare colli di bottiglia, le opzioni realmente solide restano i Ryzen 7 7800X3D, 9800X3D o 9950X3D, in grado di tenere testa anche a schede grafiche di fascia alta. È vero, il prezzo è più elevato, ma rappresentano una soluzione stabile e duratura nel tempo. Detto questo, per chi gioca a 60 FPS o in titoli meno pesanti sulla CPU come Assassin’s Creed Shadows, anche un 9600 o un 7700 possono essere più che sufficienti.

Acquisti frettolosi #

Un altro errore che abbiamo rilevato è legato agli acquisti impulsivi, spesso motivati da offerte apparenti o dalla paura di perdere l’occasione. Molti si sono lanciati su modelli AMD della serie RX 9000, in particolare RX 9070 e RX 9070 XT, presentate come soluzioni estremamente valide, a patto di rispettare il prezzo consigliato.

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Purtroppo, vediamo troppe persone acquistare una 9070 a 800 euro, o una 9070 XT a 850, quando in quella fascia di prezzo sarebbe molto più opportuno puntare rispettivamente a una 9070 XT o addirittura a una RTX 5070 Ti. Il problema è che le versioni custom spingono spesso i prezzi ben oltre l’MSRP, e la scarsità di alternative porta molti a cedere per mancanza di opzioni più equilibrate.

Aspettare un calo di prezzo può fare la differenza tra una build conveniente e una che ci lascia l’amaro in bocca. Sappiamo che non possiamo controllare l’andamento del mercato, ma mantenere la calma è spesso l’arma migliore per evitare spese poco oculate.

Memorie RAM e frequenze #

Infine, parliamo delle RAM. Anche qui si è diffusa un’idea un po’ fuorviante: “più alta è la frequenza, meglio è”. Questo è vero solo in parte. Se da un lato le RAM più veloci possono offrire benefici in certi contesti, nella pratica quotidiana — soprattutto per chi non intende ottimizzare manualmente i timing — è molto più sicuro puntare sul cosiddetto sweet spot.

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Per questa generazione, lo sweet spot è rappresentato da RAM DDR5 a 6000 MHz con timing CL30. Si trovano facilmente su Amazon, sono compatibili con la stragrande maggioranza delle schede madri B650 e X670 e permettono di attivare il profilo XMP (o EXPO) e dimenticarsene. L’overclock manuale delle RAM, infatti, è una procedura complessa e spesso frustrante, che raramente giustifica il tempo investito per chi non è particolarmente esperto.

Abbiamo visto casi concreti in cui RAM da 6400 MHz hanno creato problemi di instabilità anche usando solo i profili automatici, specie su titoli CPU-heavy. È il caso, ad esempio, di Space Marine 2, dove alcune build hanno mostrato crash frequenti proprio a causa di incompatibilità tra RAM e scheda madre. Meglio andare sul sicuro: scegliamo RAM stabili, con buoni timing, e lasciamo da parte la corsa al numero più alto.


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