Microsoft vorrebbe forzare l'utilizzo di SSD in tutti i PC degli OEM

12 giugno 2022

I produttori OEM di PC hanno rivelato a Trendfocus che Microsoft vuole che smettano di usare i dischi rigidi (HDD, o hard disk meccanici) come dispositivo di avvio principale nei prodotti con Windows 11, a partire dal 2023.

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Non è noto come l’azienda intenda far rispettare questa decisione. Secondo una supposizione, potrebbe modificare i requisiti minimi di sistema del sistema operativo per specificare un dispositivo di archiviazione basato su memoria flash, come un’unità SSD. In caso di necessità, il sistema operativo potrebbe persino rifiutarsi di essere installato su un computer con un disco rigido come dispositivo di avvio.

Ma questa è solo una congettura che non ha ancora fondamento per ora e si spera che non acquisisca valore negli anni a venire. Ma ad ogni modo si parla di Windows 11, quindi un sistema operativo che già di suo ostacola la sua diffusione su PC più vecchi.

Un’altra grande questione riguarda gli ormai obsoleti SSHDD, un ibrido inter-generazionale nato a cavallo tra l’ascesa degli SSD SATA e il declino degli HDD come unità di archiviazione principale. Cosa succederà?

Il punto di vista positivo #

Un punto di vista positivo però sarebbe che la decisione di Microsoft dovrebbe essere una manna per gli acquirenti di notebook e desktop entry-level/preassemblati; in questo segmento, infatti, gli OEM utilizzano maggiormente gli HDD come dispositivo di avvio. Potrebbe esserci una spinta verso le unità SSD QLC senza DRAM o addirittura verso le unità SSD a chip singolo. In ogni caso, è chiaro che gli HDD da 2,5 pollici stanno per uscire dal settore. Gli HDD come tecnologia possono ancora esistere nel formato da 3,5 pollici, poiché sono molto richiesti dai mercati dei data center e della sorveglianza come dispositivi di archiviazione a freddo.