Keycaps in ABS o PBT, qual è la scelta migliore?

5 febbraio 2022

Chiunque abbia mai cercato una tastiera meccanica su internet sarà incappato nei termini "PBT" o "ABS". Queste due tipologie di plastica sono le principali contendenti al ruolo di copritasti che supporteranno il nostro gioco, lavoro o studio quotidiani. Vediamo quindi le principali differenze!

Ads

Dopo Essere o non essere? l’altro quesito fondamentale del genere umano (almeno quello del genere nerd di sicuro!) potrebbe essere ABS o PBT?, il perché lo vediamo insieme in questo articolo dove tratteremo delle differenze di feeling, suono ed aspetto di queste due plastiche.

Keycaps in ABS #

ABS è l’acronimo di acrilonitrile butadiene stirene e identifica un materiale plastico di uso comune tra i produttori di tastiere. Il copolimero in questione viene iniettato nello stampo del singolo tasto e poi, tramite laser o incisione, viene impressa la legenda (lettera, numero, simbolo) su di esso. Questa soluzione risulta essere molto apprezzata per la texture liscia e la sua generale economicità, abbinate a una buona durabilità. Pur resistendo a milioni di tap, con l’andare del tempo il nostro copolimero - soprattutto se di fattura molto economica - può iniziare a dare segni di cedimento, assottigliandosi ed assumendo un aspetto sempre più lucido, dato anche dall’esposizione prolungata ai raggi UV.

Keycaps GMK UNIQEY di Nico, dal nostro speciale sulle tastiere

Per quanto i keycaps in ABS possano sembrare sempre quelli economici, i set di keycaps di GMK, ovvero uno degli standard nell’ambito tastiere custom, sono realizzati con questo materiale plastico.

Keycaps in PBT #

Il polibutilentereftalato, meglio conosciuto come PBT, è un materiale plastico fino ad oggi meno diffuso dell’ABS in quanto più costoso e meno duttile nel processo di produzione.
Tuttavia sta prendendo terreno grazie alla diffusione della parola chiave “PBT = qualità”. Sebbene ciò non sia vero, il marketing dei brand più noti spinge su questo in avversione all’interesse per le tastiere meccaniche custom, quindi il PBT Double-shot sta pian piano diventando uno standard industriale per questo settore.

Più rigido e dal sound molto più accentuato se paragonato alla controparte in ABS, si fa apprezzare per un deterioramento meno marcato nel tempo rispetto a quest’ultimo (soprattutto grazie al maggior spessore) ed è caratterizzato da una texture più strutturata, dalla ruvidezza sotto le dita più o meno accentuata a seconda della qualità produttiva ed un aspetto più opaco.

Per quanto i keycaps in PBT possano essere maggiormente apprezzati dal pubblico, questi rappresentano una sfida maggiore per i produttori. Produrre un keycaps set in PBT è infatti impegnativo e spesso nei kit economici possiamo assistere a fenomeni come leggere distorsioni, differenze qualitative tra keycaps dello stesso set o fattori simili.

Keycaps Akko Samurai in PBT Double-Shot

Nomi comuni intorno ad ABS e PBT #

Nell’infinito numero di termini che accompagna il mondo delle tastiere meccaniche, custom o meno, è importante annoverare sopratutto il termine Double-Shot.

Double shot keycaps #

Una caratteristica dei keycaps molto nota, sia in ABS che in PBT, è quella dei cosiddetti doubleshot, vale a dire copritasti per i quali viene utilizzato un processo di produzione in cui due pezzi di plastica sono modellati insieme. Di fatto l’alloggiamento principale del keycap è in un unico pezzo, mentre la legenda è separata. Questo metodo assicura quindi che le legende non svaniscano mai nel tempo, poiché sono pezzi separati di plastica stampata. Nonostante l’utilizzo di due pezzi di plastica anziché uno, non avvertiremo la legenda sotto le dita, perché la superficie del keycap rimane uniformemente liscia.

Il Double-shot solitamente viene creato con due parti in PBT o in ABS, ma certi brand applicano invece una parte in PBT esterna e una in POM (poliossimetilene), che è una resina trasparente. Questa particolarità rende possibile il passaggio della luce attraverso il copritasto. Solitamente però i keycaps in PBT + POM appartengono a una categoria di tastiere più commerciali e non brillano più di tanto per qualità di produzione.

I Keycaps set di Akko sono PBT Double-Shot

Pudding keycaps #

I pudding keycaps sono caratterizzati da un design traslucido inferiore che consente all’illuminazione RGB di brillare anche attraverso i lati dei copritasti. Questi keycaps tendono a dare tutto all’estetica, lasciando indietro la qualità costruttiva che in generale si ricerca in quest’ambito. Per quanto possano essere belli da vedere, non bisogna farsi prendere dall’entusiasmo: la qualità è al pari di un qualsiasi keycaps economico.

Keycaps Pudding

Questi copritasti hanno acquisito popolarità dopo che il brand HyperX ha iniziato a commercializzarli in Occidente su ampia scala nei principali retailer come Amazon, accompagnati poi da altri brand come Steelseries con i loro PrismCaps.

Seguendo, come detto sopra, lo standard ritrovato del PBT = qualità imposto dal mercato consumer e dal marketing dei grandi brand, anche questa tipologia di keycaps è in PBT.

Dye sub keycaps #

Nel processo di lavorazione del keycap dye sub, la leggenda viene incisa sulla superficie, poi un materiale colorante/argilla viene applicato nell’intercapedine. Questo rende le leggende altamente visibili. Questo metodo di stampa è usato esclusivamente per i keycap in PBT, e i tasti sono estremamente resistenti all’usura. Le leggende non possono essere percepite sotto alle dita mentre l’utente digita.

Se fatto bene, un keycap con dye sub può essere di ottima qualità, come per esempio quelli presenti sulle tastiere Varmilo.

Tiriamo le somme #

Arrivati a questo punto è chiaro che, nella pratica, non c’è una tipologia di copritasti che vinca nettamente sull’altra, ma la scelta migliore, ovviamente, è quella che possa soddisfarci al meglio in uno o più aspetti che, per noi utenti, riteniamo fondamentali: comfort sotto le dita, scorrevolezza, estetica, resistenza nel tempo… e, ovviamente, il nostro budget!