Steam Machine: specifiche tecniche e caratteristiche complete

Oggi alle 18:10

Le Steam Machine rappresentano uno dei progetti più audaci e caratteristici di Valve, un tentativo di condensare l’esperienza del PC gaming in un formato compatto da salotto, riducendo al minimo la complessità tecnica e mantenendo comunque la flessibilità tipica del PC tradizionale.

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Dopo anni di sperimentazioni, ricordi della vecchia “Steambox” e un mercato che nel frattempo ha accolto SteamOS e i dispositivi portatili della stessa Valve, l’idea ritorna in una forma molto più matura: un piccolo cubo progettato internamente, con un hardware unificato e un sistema operativo ottimizzato, pensato per chi vuole accendere la TV e iniziare a giocare immediatamente senza rinunciare alla libertà della piattaforma Steam.


Cos’è la nuova Steam Machine #

La nuova Steam Machine nasce con l’intenzione di riportare ordine in un concetto rimasto per anni sospeso. Valve vuole costruire un PC da salotto che non sia un ibrido indefinito, ma un dispositivo preciso, compatto e ottimizzato, capace di offrire l’esperienza console-like che molti desiderano, pur mantenendo l’anima di un PC vero.

Il cuore del progetto è SteamOS, basato su Arch Linux e KDE Plasma, che permette di accedere a tutto il catalogo Steam con la semplicità di un’interfaccia pensata per l’uso da divano, andando oltre i limiti che la prima generazione di Steam Machine aveva incontrato nel 2013, quando la compatibilità dipendeva quasi esclusivamente da giochi nativi Linux spesso molto pochi.

Proton, oggi molto più maturo, spalanca le porte alla quasi totalità della libreria Windows, mentre l’hardware unico permette a Valve di trattare la macchina come una console dal punto di vista dell’ottimizzazione, senza però chiuderla in un ecosistema rigido.

È infatti possibile installare altri sistemi operativi, usare la macchina come un normale PC Linux, lavorare con applicazioni desktop e persino personalizzare la parte frontale grazie al pannello removibile e ai file STL rilasciati da Valve.


Design, costruzione e struttura interna #

Il design della Steam Machine si sviluppa attorno a un cubo di circa sedici centimetri per lato. La parte frontale ospita una striscia LED pensata sia per funzioni di stato che per personalizzazioni estetiche, mentre il pannello stesso può essere rimosso e sostituito con cover stampate in 3D.

All’interno lo spazio è organizzato con un grande blocco di dissipazione montato nella zona superiore e una ventola da 120 mm posizionata sul retro, incaricata di espellere l’aria calda generata da CPU e GPU.

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L’alimentazione è integrata all’interno del case, il che evita l’uso di alimentatori esterni ingombranti e contribuisce a mantenere un profilo pulito da salotto.

Crediti: Gamers Nexus

Lungo i bordi sono distribuite le porte fisiche, con la parte frontale che integra due USB-A, uno slot microSD e il tasto di accensione, mentre la sezione posteriore ospita la DisplayPort 1.4, l’HDMI 2.0, la porta Ethernet gigabit, una USB-C 3.2 Gen2 e altre due USB-A.

È una dotazione essenziale ma completa, anche se l’assenza di Ethernet 2.5 GbE fa percepire una leggera mancanza di modernità, mitigata comunque dalla presenza del Wi-Fi 6E e del Bluetooth 5.3.

L’insieme restituisce l’impressione di un dispositivo compatto ma funzionale, pensato per convivere con un televisore e con l’ecosistema del salotto moderno senza richiedere configurazioni complesse.


Specifiche tecniche e configurazione hardware #

La Steam Machine adotta una piattaforma AMD semi-custom costruita attorno all’architettura Zen 4 per la CPU e RDNA 3 per la GPU, con un’attenzione particolare ai consumi e alla capacità di integrazione termica nel formato ridotto del case.

Il processore utilizza sei core e dodici thread, raggiunge circa 4,8 GHz in boost e si ferma su un TDP di circa trenta watt, un valore che richiama il mondo mobile ma che permette di contenere temperature e rumorosità.

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La GPU non è invece un’integrata, ma una soluzione dedicata con ventotto Compute Units, frequenze nell’ordine dei 2,45 GHz e un TDP intorno ai 110 watt, accompagnata da otto gigabyte di memoria video GDDR6.

Questa scelta la avvicina a una Radeon RX 7600 ridimensionata, con qualche compromesso in termini di CU e frequenze, ma rappresenta comunque un salto netto rispetto alle soluzioni portatili viste in passato, tanto che Valve parla di una potenza fino a sei volte superiore rispetto alla Steam Deck.

La memoria di sistema si attesta sui sedici gigabyte di DDR5, mentre lo storage interno viene proposto in due varianti, una da 512 GB e una da 2 TB, entrambe su moduli NVMe sostituibili con SSD M.2 fino al formato 2280.

La presenza dello slot microSD permette inoltre di estendere facilmente lo spazio o di spostare giochi da un dispositivo Valve all’altro senza reinstallazioni, una comodità apprezzata da chi possiede già altri prodotti dell’ecosistema.


Raffreddamento, espandibilità e limiti strutturali #

Il compromesso più evidente riguarda la natura stessa dei componenti principali, tutti saldati sulla scheda madre.

CPU, GPU e RAM non sono aggiornabili, e questo colloca la Steam Machine più vicina a una console che a un PC modulare. L’unico elemento sostituibile è l’SSD, scelta che semplifica il design interno e consente di mantenere dimensioni estremamente compatte.

Il sistema di raffreddamento, fondato sulla grande ventola posteriore e sul percorso dell’aria che attraversa il blocco di dissipazione superiore, è stato costruito per gestire un carico termico combinato che può superare i centotrenta watt, e sarà la prova sul campo a confermare se il rumore e le temperature resteranno nella soglia desiderata.

CREDITI: Gamers Nexus

Le scelte effettuate da Valve rivelano una chiara direzione: ridurre al minimo la complessità dell’utente, offrire un dispositivo pronto all’uso e ottimizzato, e rinunciare alla modularità tipica del PC per ottenere un form factor adatto al salotto.

Allo stesso tempo, la libertà di installare altri sistemi operativi e di usare la macchina come un PC Linux completo mantiene aperto uno spiraglio di flessibilità impossibile sulle console tradizionali.


SteamOS, Proton e l’esperienza in gioco #

SteamOS 3, costruito su Arch Linux con KDE Plasma, rappresenta la base software della Steam Machine. L’interfaccia moderna, orientata all’uso con controller, rende l’esperienza molto simile a quella di una console, ma sotto la superficie rimane disponibile un sistema Linux completo, capace di eseguire programmi da desktop e gestire ambienti diversi.

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Proton è il punto di svolta rispetto al passato, perché permette di eseguire la maggior parte dei giochi Windows in modo trasparente, eliminando il limite più grande della prima generazione di Steam Machine.

Oggi possiamo sfogliare la libreria Steam senza preoccuparsi della presenza o meno di una versione nativa Linux, e può giocare su TV esattamente come farebbe su un PC tradizionale, con in più la comodità dell’interfaccia Big Picture e delle ottimizzazioni curate da Valve.


Prestazioni attese, FSR e scenari reali #

Valve dichiara come obiettivo il gaming in 4K a 60 fps tramite l’uso di tecnologie di upscaling come FSR, ma la formulazione volutamente generica suggerisce un approccio più prudente.

La GPU semi-custom con ventotto Compute Units non punta al 4K nativo stabile nei titoli più pesanti, bensì a un 4K ricostruito partendo da risoluzioni inferiori. La stessa architettura RDNA 3 non ha un supporto ufficiale definitivo per FSR 4, e i giochi disponibili su Steam implementano versioni molto diverse del FidelityFX, motivo per cui Valve preferisce parlare semplicemente di “FSR”.

Nelle prove preliminari il risultato più equilibrato emerge dai 1440p con preset elevati e FSR in modalità Balanced, come riportato per Cyberpunk 2077.

Questa configurazione dà un’idea più precisa del livello prestazionale atteso: in molti giochi il 4K upscalato potrà funzionare bene, mentre i titoli più esigenti richiederanno compromessi sui dettagli o sugli effetti più pesanti.

Il processore a sei core da trenta watt rimane un elemento da valutare con attenzione, perché nei giochi molto CPU-bound, o in scenari competitivi dove si cercano frame rate molto alti, potrebbe diventare un limite concreto.


Posizionamento sul mercato e questione prezzo #

Il vero nodo della Steam Machine è il prezzo, perché la fascia sotto i mille euro nel mondo PC da gioco rappresenta un territorio spesso trascurato.

Se Valve dovesse riuscire a posizionare il modello base sotto questa soglia, la macchina potrebbe diventare un riferimento per chi vuole entrare nel PC gaming senza affrontare la complessità dell’assemblaggio e senza abbandonare la libreria Steam.

L’assenza di un taglio intermedio da un terabyte, unita alla presenza del modello da due terabyte, suggerisce una strategia di posizionamento molto precisa, che si capirà con certezza solo al momento dell’annuncio ufficiale dei listini.

Valve ha già dimostrato, con i dispositivi precedenti, di essere disposta a contenere i margini sull’hardware pur di spingere l’ecosistema software e incrementare le vendite dei giochi, motivo per cui è plausibile aspettarsi una politica aggressiva, anche se al momento non possiamo che limitarci alle intenzioni.


Conclusioni #

La nuova Steam Machine appare come la concretizzazione più credibile del concetto di PC da salotto progettato per funzionare con la semplicità di una console, pur mantenendo la possibilità di comportarsi da vero PC quando necessario.

La combinazione di CPU Zen 4, GPU RDNA 3 dedicata, 16 GB di RAM DDR5, otto gigabyte di VRAM GDDR6, storage espandibile e un sistema di raffreddamento costruito con cura permette a questo piccolo cubo di affrontare con naturalezza il gaming in 1440p e il 4K upscalato, offrendo al tempo stesso la comodità di SteamOS e la flessibilità di Proton.

I limiti non mancano e sono evidenti: la CPU mobile potrebbe risultare stretta nei titoli più complessi dal punto di vista della simulazione, la RAM non è espandibile, la GPU non mira alle prestazioni di fascia alta e l’assenza di aggiornabilità riduce la longevità hardware nel lungo periodo.

Tuttavia, vista nel suo insieme, la Steam Machine punta a uno scopo diverso: semplificare il PC gaming, renderlo più accessibile e spostarlo in salotto senza sacrificare la libertà che gli utenti cercano.

Per chi desidera avvicinarsi al mondo del PC senza affrontare il labirinto dell’assemblaggio o per chi vuole una macchina fissa da collegare alla TV e accendere senza pensieri, la Steam Machine potrebbe diventare una proposta decisamente interessante.

Il giudizio finale dipenderà dal prezzo e dai test reali, ma il progetto, questa volta, sembra avere fondamenta solide e un’idea chiara di ciò che vuole essere.